Inaugurazione mostra fotografica “E di Sostanza Sferzante” sabato 4 giugno

Mostra fotografica “E di Sostanza Sferzante”
di Laura Priami e Simone Vannelli

Inaugurazione sabato 4 giugno dalle ore 17:00
Narni, ASP Beata Lucia, Piazza G. Marzio, 6

Mostra fotografica itinerante dedicata all’archeologia industriale

Laura Priami e Simone Vannelli sono due fotografi, diversi per storia ed età, accomunati dal fatto di fare e vivere la fotografia non come mezzo di lavoro ma come affermazione del proprio essere. Sono una piccolissima rappresentanza dell’esercito di appassionati che fa della fotografia il luogo intimo e il terreno di prova in cui ci si spoglia dei bisogni materiali imposti dai rapporti sociali della moderna società per arrivare a fare i conti con il proprio libero pensiero.

Un pensiero che i due poco dopo esserci conosciuti hanno deciso di condividere andando ad affrontare insieme la sfida offerta da alcuni dei luoghi che la società ha deciso non fossero più necessari né funzionali alla propria crescita. Un campo di prova quello offerto da fabbriche e luoghi abbandonati da decenni, che i due hanno lavorato in bianco nero per andare, senza le distrazioni e gli inganni offerti dal colore, al fondo e dentro una materia che sa di memoria, di umori che il tempo non ha cancellato, di tracce lasciate come se il domani fosse dietro l’angolo. Ambienti che il tempo ha ricoperto di strati su strati di polveri senza mai riuscire a cancellare completamente le tracce di vissuto. Laura Priami e Simone Vannelli li affrontano entrando in punta di piedi e con rispetto dentro luoghi che – come a volerne preservare il profondo vissuto – mai riprendono per intero e che riportano a noi puntando e schiacciando i loro obiettivi su alcune singole porzioni della scena del crimine. Destrutturano il panorama, lo scavano, ne tirano fuori piccoli pezzi e dall’insieme del puzzle che ci rendono sembra nascere l’idea (e insisto, l’idea, non il facile ricordo) che da un momento all’altro le porte di collegamento con il passato possano spalancarsi al ritorno in scena della vita e delle normali attività. Lavorano in luoghi a cui tolgono identità, nome e tipo di attività, per erigerli a monumenti e modelli universali della stupidità umana.

Finiscono inevitabilmente per raccontare di un mondo che non c’è più ma hanno l’ardire e il coraggio di cercare, e trovare – in modi niente affatto cervellotici, duri e allo stesso tempo gentili – tracce di vita dentro luoghi che agli occhi dei comuni mortali parlano solo di vuoto e di abbandono.

I due fotografano luoghi della propria terra ma è dal viaggio che affrontano assieme, in Umbria, negli stessi ambienti che nasce questo progetto perché dopo essere tornati alla vita normale, si scambiano il risultato del viaggio condiviso e scoprono che ognuno di loro ha visto e affrontato gli stessi ambienti e situazioni in modi e occhi diversi.

È chiaro che sono mossi dallo stesso pensiero e che il loro rapporto con la storia industriale che ha dato vita e sostentamento alle comunità in cui sono cresciuti sia ancora materia viva e non solo ricordi letti sui libri.

Vannelli è ternano e vive le opportunità date dalla fotografia con una logica costruttiva da matematico che lo porta a vedere e costruire mentalmente la scena perfetta, con ogni suo granello al giusto posto: ben conosce la storia dello sviluppo industriale di Terni e gli effetti di una crisi che sembra non vedere mai fine. La Priami vive nelle Colline Metallifere dell’Alta Maremma, è decisa e ardita come Simone ma, allo stesso tempo, esattamente il suo contrario, passionale, istintiva ed emotiva fino all’eccesso: ha vissuto in casa la realtà delle Acciaierie e quella delle numerose miniere che ad un prezzo di vite altissimo hanno dato la vita nella sua terra.

Entrambi sono figli di terre ricche di storie, di sudore, di lotte, di morti, di successi e di sconfitte che non sono mai state quelle dei singoli individui ma condivise e risolte da una intera comunità. E nelle loro immagini riescono nel miracolo di trovare la chiave di comunicazione che apre le porte e mette a dialogo vivo il passato – fatto di abbandono e di natura che si riprende con gli interessi quanto l’uomo le ha tolto – il presente di chi non può e non vuole dimenticare da dove viene e di quale materia è fatto e un futuro che non trova ancora la sua casa.

Le visioni offerte dai loro due racconti, messe assieme, senza dire quale sia dell’uno e quale dell’altro, ne fanno uno nuovo.
Un nuovo racconto che finisce per divenire straordinario esempio di comunicazione, confronto e condivisione tra diversi.

In collaborazione con CavourArt associazione, Gruppo Fotografico Massa Marittima.
A cura di Isabella Cruciani, Franco Profili.
Catalogo Edizioni Freemocco, Deruta.
Testi in catalogo Isabella Cruciani, Franco Profili.

Orari di apertura della mostra:
venerdì ore 16-19;
sabato ore 10-12 e 16-19;
domenica ore 10-12 e 16-19.
Potranno essere previste aperture su prenotazione al numero 3492237324